Il Comitato 11 ottobre prende il nome dal giorno in cui, nel 2018, alcuni volenterosi organizzarono un seminario alla Camera dei Deputati facendo appello agli italiani all’estero a prendere in seria considerazione il rientro nel nostro paese, sia che fossero espatriati di recente o fossero discendenti dei migranti storici. Il riscontro dell’iniziativa, coordinata da Luciano Ghelfi e presentata da Emilio Franzina e Fabio Porta (garante del Comitato), con la partecipazione qualificata di parlamentari, CGIE, studiosi ed esponenti del mondo dell’associazionismo, ha costituito per noi un importante stimolo a continuare. E così abbiamo aggregato tanti altri amici organizzando uno workshop ancora una volta ospiti della Camera dei Deputati il 21 febbraio 2019 e un evento a Milano il 10 maggio presso la Regione Lombardia con le autorità regionali e Piero Bassetti, occasione che ci ha consentito di allargare il discorso agli “italici”, ossia a tutti coloro che, a prescindere dalla nascita e dal passaporto, si riconoscono nei valori del nostro Paese. Da qui abbiamo stimolato altre iniziative collegate al discorso che facciamo e i cui resoconti e documenti troverete tutti in questo sito.

L’idea di fondo è di legare i temi dell’emigrazione italiana attuale e del passato con i problemi in cui si dibatte attualmente l’Italia, in questo caso lo spopolamento di alcune aree del Paese, la denatalità e l’invecchiamento della popolazione, che stanno interessando sempre più l’opinione pubblica. In qualche modo si vorrebbe fare in modo che il tema degli italiani all’estero uscisse dal ghetto in cui l’ha relegata la politica e il risentimento che inconsciamente alberga nella società nei confronti di chi l’ha abbandonata risolvendo, si pensa, i propri problemi ma aggravando ancora di più quelli di chi è rimasto. Aspetto che risulta maggiormente sentito in una fase di difficoltà come questa. Se si vuole, si tratta di uscire dai falsi problemi o dalle esigenze immaginate per il cosiddetto mondo degli italiani all’estero, che spesso sono solo quelle di chi se ne fa paladino.

Il nostro intento è collaborare lealmente con le istituzioni, sia pure prospettando chiaramente e con forza i problemi, come abbiamo fatto a proposito delle contraddizioni e delle lacune del sistema nell’intento di favorire il rientro dei “cervelli in fuga”. Non ci vogliamo cimentare sull’universo mondo ed esaurire qualsiasi argomento di reale o apparente interesse, ma solo approfondire alcuni temi legati alla complessa galassia degli italiani. Appunto, non multa sed multum, come voleva Quintiliano. (Aldo Aledda)

da sinistra: Aldo Aledda, coordinatore del Comitato, il sociologo Riccardo Giumelli dell’Università di Verona e Fabio Porta, già presidente del Comitato parlamentare